In questi giorni, non si parla d'altro che degli attentati avvenuti a Parigi e ,soprattutto ,quello avvenuto il 7 gennaio al famoso settimanale francese "Charlie Hebdo". Per chi non lo conoscesse, esso è un giornale satirico nato con il mensile Hara-Kiri. Nel 1960, Georges Bernier, chiamato " Professeur Choron", e François Cavanna iniziarono le pubblicazioni, definendo il proprio giornale come «journal bête et méchant», ovvero giornale stupido e cattivo. Nel 1969, sotto la guida di Cavanna, si decise di trasformare il mensile in settimanale. Esso,successivamente cambiò nome in Hara-kiri-hebdo e più avanti, prese il nome di L'hebdo hara-kiri. Ma, quando il giornale venne interroto,nel 1970, dal Ministro dell'Interno, a causa di un articolo da essi pubblicato «Bal tragique à Colombey - un mort», ovvero "Tragico ballo a Colombey,un morto" che essa non era altro che la la residenza di Charles De Gaulle,morto dieci giorni prima,il giornale continuò la pubblicazione cambiando nome in Charlie Hebdo.
Nel dicembre 1981, a causa della diminuzione dei lettori, la pubblicazione fu interrotta. Ma i due disegnatori,Gébé e Cabu, decisero di aprire un loro settimanale riproponendo lo stesso nome.
Sotto la direzione di Philippe Val,il giornale portò avanti delle battaglie contestatarie dell'estrema sinistra e dunque divenne il simbolo dell'anticonformismo e della sinistra radicale.
Nel 2002,però, il giornale venne parecchio criticato per aver pubblicato un articolo nel quale si parlava positivamente del libro "La rabbia e l'orgoglio" di Oriana Fallaci. Tale articolo venne denunciato in quanto,secondo delle associazioni, esso conteneva propositi razzisti nei confronti dell'islam. A peggiorare le cose, nel 2006, Charlie Hebdo pubblicò la serie delle caricature di Maometto di un giornale danese che scatenarono molte proteste da parte di alcuni paesi musulmani e da alcuni Imam danesi.Alcune organizzazioni musulmane francesi, come il Consiglio francese del culto musulmano, chiesero la messa al bando del numero del giornale che conteneva anche delle caricature di Maometto, ma non avenne nulla.
Presumibilmente, in seguito a questo avvenimento,il 2 novembre del 2011 si ebbe un primo attacco al giornale con delle bombe Molotov,poco prima dell'uscita del numero dedicato alla vittoria del partito fondamentalista islamico nelle elezioni in Tunisia. Sulla copertina di quest'ultimo vi è una vignetta satirica con Maometto che dice "100 frustate se non muori dalle risate". E infine,il 7 gennaio scorso vi è stato il secondo attacco al giornale nel quale vi furono 12 morti.
La domanda mi sorge spontanea: dopo tutti questi avvenimenti,e le tante informazioni che ci comunicano tutti i giorni sulle terribili vicende del popolo islamico, perché quest'attacco non era preventivato? E soprattutto,dopo i continui "avvertimenti",perché non c'è stato nessun aumento della sicurezza?
Sappiamo tutti benissimo che gli estremisti stanno armando guerra a tutti coloro che non sono della loro stessa religione o non seguono le loro orme. Stanno seminando il panico ovunque, allora perché non si è fatto nulla per evitare tutto questo? E' ovvio,che la libertà di stampa,come quella di parola, è sacra però tutto questo si sarebbe potuto evitare se avessero cambiato soggetto di satira,almeno in questo periodo. Il gesto di questi "killer" non solo è ingiustificabile ma anche imperdonabile,ma loro sono questo e ci credo anche fermamente finché non verranno fermati. Ma noi non lo siamo e dovremmo iniziare a renderci conto che questi estremisti non sono da prendere sotto gamba. Io amo scrivere ma se so che scrivendo su un determinato soggetto metto in pericolo chi mi sta intorno lo cambio o quanto meno faccio il più possibile per aumentare la sicurezza all'interno del giornale e per chi ci lavora.
Bisogna difendere e lottare sempre per la libertà,qualsiasi essa sia, ma perché non evitare una strage se si può?
Non c'è dubbio sul fatto che l'attento sia stata un' azione sbagliatissima e che l'intento del giornale nel portare avanti la libertà di espressione sia una cosa da ammirare. Ma bisogna ricordare che la libertà di espressione non vuol dire offendere esagerando. La satira non è questa. La satira se è fatta bene non deve trattarsi di provocazione. Parliamo di libertà, la cultura è libertà e se essa viene offesa non si tratta sempre di una limitazione? È giusto battersi per la libertà ma in modo coerente. Battersi per la libertà di stampa,di espressione non vuol dire limitarne altre.
Brava Sofia!
RispondiEliminaGrazie ancora,professoressa!!! ♥ ♥
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