"LA COLLANA DI CRISTALLO" DI CRISTINA CABONI
Una collana di cristallo piena di ricordi, misteri e storie.
Impossibile non sentirsi sopraffatti dalla bellezza.
Impossibile non sentirsi sopraffatti dalle emozioni.
Cristina Caboni non smette di essere una certezza quando si vogliono leggere libri che ti rapiscano e ti pervadano dalle emozioni.
Con "La collana di cristallo" ci racconta dell'arte del vetro, creando una storia in cui si intrecciano i temi della sorellanza, della sensibilità e dell'incomprensione, della paura, dell'insicurezza e del coraggio.
Ambientato principalmente a Venezia, sullo specifico a Murano, ci fa beare della bellezza malinconica dei luoghi, descrivendoli in modo molto preciso ma mai eccessivo.
Una delle caratteristiche che amo dell'autrice, è proprio quella di mostrare nei suoi libri la bellezza di certi luoghi proprio con i suoi occhi, e si percepisce l'amore che ne prova proprio dalla passione che trasuda dalle sue parole messe su carta.
La stessa cosa fa con una specifica forma d'arte, ogni suo libro ne ha una attorno alla quale ruota tutto; ma in questo ci ha messo qualcosa dentro che va oltre l'interesse e la passione. Ha trasformato l'arte del vetro in pura magia, in una parte dell'anima di chi la pratica. Un modo di essere.
E chi legge percepisce tutto questo tanto da desiderare di poterlo fare a sua volta.
Con una scrittura in terza persona, che si conferma per quanto mi riguarda, fluida, lineare, delicata e dolce; ci porta nella vita di Juliet, una delle protagoniste di questa storia.
Lei vive a Seattle, ama il vetro ma è sempre stata considerata troppo fragile e non all'altezza di affrontare la vita da sola dalla sua famiglia. Decide di armarsi di coraggio e sfidarsi, andando a Venezia, all'accademia del vetro di Murano, e lì scopre che il vetro è sempre stato parte di lei, del suo passato del quale conosce così poco.
La seconda protagonista di questa storia è Marina, una ragazza nata in una famiglia di vetrai e che del vetro ha fatto il suo più grande sogno ed il suo più grande amore.
Con lei ci spostiamo nella Venezia del passato, in cui ad una donna non era permesso lavorare, figuriamoci nelle fornaci. Eppure, la piccola Marina diventa donna, sfidando la società e le difficoltà che la vita e la famiglia le mettono davanti, riuscendo a creare una fornace composta solo da lavoratrici donne.
Queste due storie si susseguono in parallelo, man mano che Juliet si addentra nel mistero che avvolge la collana a lei donata dalla sua tata, facendo chiarezza sul passato della sua famiglia e facendole scoprire l'esistenza di Marina attraverso i suoi diari, dalla quale prende forza e coraggio per affrontare se stessa e di seguire il suo sogno: diplomarsi all'accademia e fare del vetro la sua vita.
Finché le loro vite non si incroceranno.
Una storia che potrebbe essere di ispirazione per le aspiranti femministe, di coraggio, di determinazione.
Una storia che emoziona così tanto che e chi legge non può non farlo fino alle lacrime.
Un libro all'interno del quale la Caboni non manca di inserire una bellissima storia d'amore e una bella dose di mistery che tiene chi legge con il fiato sospeso e, soprattutto, incollato alle pagine.
In conclusione, credo che sia uno dei suoi libri più belli e lo consiglio fortemente.
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