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Mi trovo in quella fase in cui,con qualsiasi persona io stia parlando, la domanda è sempre la stessa: "Cosa vorresti fare,dopo la scuola?". La risposta non è affatto semplice, adesso.
Quando ero piccola,ricordo che, la mia risposta era immediata,le mie idee erano chiare ma,soprattutto, le mie risposte erano piene di convinzione,di aspettative... "Voglio fare la cantante", dicevo. O, molto spesso, "Voglio essere un avvocato".
Adesso,mi rendo conto che questa è la domanda più difficile che si possa fare ai giovani.
Siamo in un'epoca nella quale non si ha più il privilegio di scegliere cosa si vuole diventare, nella quale qualsiasi lavoro va bene, purché sia un lavoro. E' pur vero che molti di noi non hanno proprio voglia di lavorare, ma per coloro che invece lo vogliono? Nulla.
Ammetto che , molto spesso, provo un po' di invidia per gli adulti, cresciuti in un'epoca nella quale il futuro non era un problema, nella quale si poteva ancora scegliere ed essere ciò che si voleva.
Noi giovani , al giorno d'oggi, siamo costretti a fare una scelta : o la casa o il lavoro. Siamo obbligati a lasciare la nostra famiglia, i nostri amici e la nostra realtà per costruirci un futuro che, in Italia , è sicuramente un punto interrogativo.
E adesso, io mi chiedo:" Come è possibile tutto questo?". Ma, soprattutto, "Perché continuiamo a non far nulla per cambiare le cose?".
Tutti non fanno altro che ripetere che noi giovani siamo il futuro, e allora perché non siamo salvaguardati?
A questo punto, è logico pensare che se davvero noi siamo il futuro ma ,nonostante ciò, siamo costretti ad andar via per lavorare, allora l'Italia non ha un futuro!
Detto ciò, faccio i miei complimenti al nostro Stato che,oltre a mandare in rovina le nostre famiglie, si sta auto-sotterrando.

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