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RECENSIONE "IL GIOCO DELL'ANGELO" di C.R Zafòn

RECENSIONE " IL GIOCO DELL'ANGELO" C.R Zafòn 

Genere: Narrativa

Prezzo: €12,50 (edizione tascabile Mondadori) 

Il Gioco dell'Angelo è il secondo romanzo della serie "Il Cimitero dei Libri Dimenticati" di Carlos Ruiz Zafòn. Esso è stato pubblicato nel 2008 al seguito del best seller "L'Ombra del Vento" da cui riprende le ambientazioni ed alcuni personaggi. 
In realtà questo romanzo non riprende l'ordine temporale del precedente ma è ambietato parecchi anni prima, per questo è consigliabile leggere prima questo che "L'Ombra del Vento". 

TRAMA
Barcellona 1920,  David Martìn è un giovane ragazzo con la passione per i libri, all'interno dei quali si nasconde per sfuggire alla sua terribile situazione familiare, e che sogna di diventare uno scrittore. 
Il sogno finalmente si realizza con l'aiuto di don Pedro Vidal che gli offre l'opportunità di pubblicare il suo primo romanzo. Da quel momento la  sua vita inizia un percorso fatto di passioni, crimini ed azzardi che hanno come palcoscenico la Barcellona cupa e tetra di quegli anni. Una svolta avviene nel momento in cui il giovane autore firma un contratto con un misterioso editore, Andreas Corelli , che porterà Martìn dentro un vortice di disperazione ed oscurità. Unica luce rimasta nella sua vita è la giovane Isabella, una ragazzina dal carattere deciso e forte che nel ruolo di sua assistente riuscirà a dargli forza e coraggio anche nei momenti più bui...

RECENSIONE 

Dopo "L'Ombra del Vento" questo è il romanzo che mi è piaciuto di più della serie "Il Cimitero dei Libri Dimenticati".
 Non è più la storia di Daniel Sempere, bensì di David Martìn un personaggio che ammetto non aver compreso subito.Si tratta di un personaggio molto fragile, che fa fatica ad emergere ,nonostante la continua voglia di diventare "grande", e ciò lo porta ad essere travolto e tormentato dalle difficoltà che incontra nel suo cammino. Isabella, invece , non mi è piaciuta fin da subito ma nel corso della narrazione l'ho apprezzata davvero tanto, sia per la sua determinazione sia per il suo carattere testardo ed impulsivo.
 Zafòn è riuscito per l'ennesima volta a mischiare generi differenti e a descrivere con estrema cura la Barcellona cupa e spettrale di quegli anni cosicchè i lettori rimanghino letteralemente rapiti e coinvolti nell'intera storia. 
Si tratta di un romanzo ancora più tetro, cupo, intrecciato e ricco di misteri del precedente in cui però non manca la manifestazione di una vera e profonda amici ed ovviamente l'amore per i libri. Ammetto che forse la storia è un po' confusionaria, proprio per via di questi continui misteri e colpi di scena, ma sicuramente si può definire il secondo grande best seller dell'autore.  
Moltissime sono le citazioni che ho amato in questo libro. Vi scrivo quelle che mi hanno fatto venire letteralmente  la pelle d'oca: 

" Entrai nella libreria e aspirai quel profumo di carta e magia che inspiegabilmente a nessuno era ancora venuto in mente di imbottigliare.

" L'invidia è la religione dei mediocri. Li consola, risponde alle inquietudini che li divorano e, in ultima istanza, imputridisce le loro anime e consente di giustificare la loro grettezza e la loro avidità fino a credere che siano virtù e che le porte del cielo si spalancheranno solo per gli infelici come loro, che attraversano la vita senza lasciare altra traccia se non i loro sleali tentativi di sminuire gli altri e di escludere, e se possibile distruggere, chi, per il semplice fatto di esistere e di essere ciò che è, mette in risalto la loro povertà di spirito, di mente e di fegato."

da PensieriParole <http://www.pensieriparole.it/aforismi/saggezza/frase"Uno scrittore non dimentica mai la prima volta che accetta qualche moneta o un elogio in cambio di una storia.
Non dimentica mai la prima volta che avverte nel sangue il dolce veleno della vanità e crede che, se riuscità a nascondere a tutti la sua mancanza di talento, il sogno della letteratura potrà dargli un tetto sulla testa, un piatto caldo alla fine della giornata e sopratuttto quanto più desiderea: il suo nome stampato su un miserabile pezzo di carta che vivrà sicuramente più a lungo di lui. Uno scrittore è condannato a ricordare quell'istante, perché a quel punto è già perduto e la sua anima ha ormai un prezzo." 9?f=w:2430>


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