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RECENSIONE: "I GIOCHI DEL FATO E GLI SCHERZI DELLA MENTE" DI MASSIMILIANO IRENZE

"I GIOCHI DEL FATO E GLI SCHERZI DELLA MENTE" 



 




 





 Genere: thriller
Autore: Massimiliano Irenze
Casa editrice: Del Bucchia Edizioni 
Data di pubblicazione: dicembre 2017 
Numero pagine: 314 







TRAMA

"Marco Princivalle, un impiegato dalla scarsa autostima che ha due racconti nel cassetto, è da anni amante di Linda. Questo ruolo però, essendo follemente innamorato di lei, ormai gli sta stretto. Diventa così sempre più oppressivo fino a indisporre l’amata che sceglie di allontanarsi da lui. Attanagliato dalla sofferenza, Marco – per via della sua debolezza caratteriale, che lo fa sentire perso senza di lei – non riesce a accettare questa separazione: decide allora di rapirla e di portarla nella tavernetta di casa sua dove la reclude mettendole una catena alla caviglia. Avendo paura che lui le possa fare del male, la ragazza – per prendere tempo – farà leva sulle sue aspirazioni da scrittore e lo convincerà ogni sera a leggere con lei i suoi scritti. "


RECENSIONE

Quando ho letto la trama ed il genere di questo libro mi sono subito entusiasmata, adoro i thriller e avere l'opportunità di leggerne uno di un autore emergente mi ha davvero incuriosito. 
Dalle prime pagine, ovviamente, sono rimasta un po' confusa in quanto non capivo che piega avrebbe preso il resto della storia, anche perché l'allusione al sovrannaturale mi è sembrata in contrasto con la trama… 
Continuando a leggere la storia, ho avuto la sensazione che non fosse solo e specificatamente un thriller ma anche un romanzo che segue una sorta di autoanalisi psicologica del protagonista ed una documentazione su quella che è la realtà vissuta dai giovani nei quartieri più difficili di Torino, persi tra spaccio, alcool e perdizioni varie. 
Il nostro protagonista, Marco, infatti si trova in preda ad una forte crisi che a parer mio, non poteva essere descritta meglio che da lui stesso alla fine del libro. Le sue azioni ed i suoi pensieri sono coerenti con ciò che sta affrontando: la paura della solitudine, la paura di non avere più un punto di riferimento nella sua vita, di non avere qualcuno da cui dipendere. E ciò è strettamente collegato ai due racconti da lui stesso scritti, i quali sono il risultato di un'infanzia non facile. Marco, come lui stesso afferma, è presente in tutti e due i racconti, non in uno specifico personaggio ma un po' in tutto. 
Per questo a parer mio, più che un thriller, è un percorso introspettivo del protagonista, volto a raccontare, e a denunciare (?), le conseguenze che i giovani volti alla perdizione, o semplicemente con un'infanzia non semplice, si ritrovano ad affrontare da adulti. Ovviamente, parlo dal punto di vista psico-sociale. 
Oltre a ciò, penso che sia una sorta di documentario, abbastanza chiaro, di ciò che i giovani, non solo di oggi, si trovano ad affrontare: uso di droga, alcoolismo e sesso, nella sua più frivola materialità, per sentirsi grandi o semplicemente per ribellarsi ad una famiglia assente. 
Azioni che, come lasciato trasparire nella conclusione, non portano a nulla di buono, solo alla morte, che sia fisica o morale,  degli individui. E penso che il messaggio che voleva lanciare l'autore fosse proprio questo: RAGAZZI, NON ROVINATEVI LA VITA. (O almeno, io questo ho percepito) 
Tutte queste tematiche forti sono affrontate nel libro in modo abbastanza chiaro, e devo dire brillante perché raccontate come racconto all'interno di un altro racconto. Leggendo la trama del romanzo, il tema sembra un altro, per questo chi lo legge, affronta la lettura come se stesse leggendo un thriller ma in realtà le tematiche centrali sono altre e molto più profonde e solo dopo averlo concluso, il lettore capisce di avere ottenuto un "bagaglio" in più da questa lettura. 

Per quanto riguarda i difetti, se così possiamo chiamarli, ho da segnalarne soltanto due: 
  1. Alcuni errori di battitura e di natura grammatica e sintattica; 
  2. L'aggiunta del sovrannaturale, ovviamente questo è un giudizio puramente soggettivo. Secondo me è un elemento che non la storia, nella chiave con la quale l'ho letta, entrava un po' in contrasto, non c'entrava nulla. Inoltre mi ha un po' sviata, perché mi aspettavo che nella narrazione potesse accadere qualcosa che in realtà non è avvenuta. 
Per il resto, posso dire che mi è piaciuto come libro, come ho scritto poco fa, mi ha lasciata qualcosa e lo consiglio vivamente! 





 










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