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Recensione: "Il Branco" di Giulia Gibelli

IL BRANCO 






Genere: Narrativa
Autrice: Giulia Gibelli
Data di pubblicazione: Gennaio 2019
Casa editrice: Divergenze
N^ pagine: 102 
Prezzo di copertina: €14,00 













TRAMA

Aura è una ragazza di diciassette anni che ha già superato parecchi ostacoli nella sua vita: la morte del padre e l'amputazione di una mano. 
Aura è un appassionata studentessa di psicologia, per questo è solita riflettere su ogni avvenimento, momento o cosa e ciò l'ha sempre portata ad andare avanti. Non è il suo handicap a preoccuparla, a farsi sentire diversa, non lo è mai stato. E' il modo in cui ognuno di noi, lei in primis, è condizionato dal branco, dalle persone con le quali è in relazione quotidianamente. 
Aura trova l'amore, ne soffre e decide di trovare se stessa, al di là del branco. Parte. 
E' l'inizio di un cammino con se stessa, di un percorso che la porta a relazionarsi con altra gente, con un altro branco, un altro ancora, ed ancora…
Riuscirà a capire chi è lei senza il branco?
Si può essere qualcuno, senza il branco?...


RECENSIONE

"Il Branco" è un romanzo che apparentemente sembra adolescenziale ma che cela un percorso psicologico profondo. 
Per questo lo definirei un'opera di narrativa/saggio psicologico perché la scrittrice, attraverso la protagonista, va ad indagare sugli aspetti più profondi della quotidianità, del nostro essere sempre e costantemente relazionati all'altro, nel modo in cui ognuno di noi è costantemente alla ricerca di se stessi, di un luogo o di una vita che ci faccia sentire <<a casa>>,  andando a dare vere e proprie definizioni psicologiche. 

Dal punto di vista strutturale ci sono parecchie lacune, dovute sicuramente alla poca esperienza della Gibelli, che se studiate e corrette possono dare grandi e positivi risultati. 
La narrazione, soprattutto all'inizio, risulta poco armoniosa, con oscillazioni in merito a struttura della sintassi ed anche della storia trattata. Ci sono parecchi periodi lasciati in sospeso. 
La scrittura però è molto semplice e fluida. Via via che si va avanti, si percepisce il cambiamento della penna, l'acquisto di maggior sicurezza dell'autrice, per cui la lettura diventa abbastanza scorrevole e fluida. 

Dal punto di vista del contenuto è un'opera ricca perché da al lettore un bagaglio in più e qualcosa sulla quale riflettere. 
Ci sono molte riflessioni interessanti, sulla vita, sull'amore, sul dolore. Sulla mania di esposizione che c'è al giorno d'oggi, in cui un viaggio non è più culturale, di scoperta di posti e di se stessi, ma solo un modo per ottenere followers o tanti likes ad una foto…
Aura è l'antitesi dell'individuo contemporaneo, rappresentato dal personaggio di Federico. 
Ci mostra cosa potremmo, e dovremmo, fare e non facciamo. Ci mostra cosa non siamo. 
Per fare un semplice esempio: una ragazza senza una mano, o con qualsiasi handicap, ad oggi sicuramente soffrirebbe sentendosi diversa per se stessa e per gli altri. Aura capovolge tutto ciò: non è il suo handicap il problema, il problema sono gli altri se non lo accettano, e li sbeffeggia. 
Non lo vive e mostra come un limite ma come un punto di forza: va in campeggio da sola. E' ciò ci mostra che non ci sono ostacoli che un individuo non può superare, che i propri difetti possono diventare pregi, se accettati da se stessi. 
Ci mostra inoltre la meraviglia della semplicità, del partire con uno zaino in spalla e dormire in una tenda, piuttosto che il lusso preteso al giorno d'oggi...
 

Tutto ciò si lega, com'è ovvio, al concetto di <<branco>>, sul quale la Gibelli non da specifiche definizioni, anzi ella stessa nelle ultime pagine del libro spiega che a questo concetto sono legati più significati. 
Sta al lettore interpretare la storia di Aura e quello che c'è dietro. 
Il branco può essere ciò che ci circonda nella vita quotidiana, ciò che indirettamente influenza il nostro essere; ma può anche essere quel posto/momento che ci faccia sentire nel posto giusto, nel posto adatto a noi, comprendendo quindi realmente chi siamo.  

L'aspetto interessante è proprio il fatto che attraverso una storia, pressoché banale/semplice, sia riuscita a spiegare alcune delle dinamiche abbastanza complicate della vita di tutti i giorni, a dare voce a questioni profonde che ognuno di noi può avere dentro di se. 

La scrittrice conclude il libro con un implicito punto interrogativo sulle questioni trattate, lasciando intendere che fondamentalmente se c'è una cosa certa nella vita,  questa è il dubbio. 






Penso che questo libro necessiti di due valutazioni: una in merito alla struttura ed una in merito al contenuto. 

Struttura: ⭐⭐⭐/5
Contenuto: ⭐⭐⭐⭐ e mezza/ 5 


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Commenti

  1. ho letto anch'io "il branco" e ne ho apprezzato un valore aggiunto: l'ironia, mai leggera e frivola, anzi, intelligente. solamente su una cosa dissento: la narrazione, all'inizio "poco armoniosa, con oscillazioni in merito a struttura della sintassi", è voluta, e si capisce. deve dare i tempi - che sono adolescenziali - della protagonista. è un altro escamotage che pochi autori ricordano di adottare quando si tratta di racconti immersi in quell'atmosfera...

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    Risposte
    1. Ciao Sara, è bello leggere altri pareri, sia in positivo che in negativo, perché dimostra che ognuno può interpretare un libro in modo diverso dal tuo. Io non ho percepito la volontà di strutturare la narrazione in modo oscillante ma è un mio punto di vista ovviamente ed io mi devo attenere a quello per recensire un libro =)

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