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Recensione: "Il Grande Gatsby" di F. Scott Fitzgerald

"IL GRANDE GATSBY"







Genere: Narrativa Classica
Autore: F. Scott Fitzgerald
Casa editrice:  Gruppo editoriale l'Espresso
N^ pagine: 191
















TRAMA



«Il grande Gatsby» ovvero l'età del jazz: luci, party, belle auto e vestiti da cocktail, ma dietro la tenerezza della notte si cela la sua oscurità, la sua durezza, il senso di solitudine con il quale può strangolare anche la vita più promettente. Il giovane Nick Carraway, voce narrante del romanzo, si trasferisce a New York nell'estate del 1922. Affitta una casa nella prestigiosa e sognante Long Island, brulicante di nuovi ricchi disperatamente impegnati a festeggiarsi a vicenda. Un vicino di casa colpisce Nick in modo particolare: si tratta di un misterioso Jay Gatsby, che abita in una casa smisurata e vistosa, riempiendola ogni sabato sera di invitati alle sue stravaganti feste. Eppure vive in una disperata solitudine e si innamorerà insensatamente della cugina sposata di Nick, Daisy... Il mito americano si decompone pagina dopo pagina, mantenendo tutto lo sfavillio di facciata ma mostrando anche il ventre molle della sua fragilità.













RECENSIONE


Una storia semplice, fatta di dialoghi e sguardi semplici, ma chi la legge con un occhio attento non può non percepire la vastità di ciò che racconta.




"Il Grande Gatsby" è uno di quei classici che quasi tutti hanno letto e che non è affatto semplice recensire. 
E' scritto in parte in prima persone ed in parte in terza persona, il narratore infatti è interno alla vicenda.
 La voce narrante racconta tutte quelle piccole cose che circondando i personaggi con una precisione e grazia da sembrare all'interno di una poesia.
Le descrizioni sono molto minuziose, a volte forse eccessive ed a volte necessarie.
Quelle  dei contesti e dei personaggi aiutano i lettori a calarsi nell'America del primo '900, nei contesti e nei personaggi stessi. Però a volte risulta un po' lento, soprattutto nella prima parte, seppur conti poco meno di 200 pagine.

E' il contenuto ad interessare il lettore che, attraverso gli occhi di Nick Carraway, vive il lusso e gli sfarzi della società medio-borghese americana del tempo assaggiandone anche gli aspetti negativi come  la superficialità, l'egoismo.
Attraverso i suoi occhi, infatti, ammaliati dall'enigmatico Jay Gatsby, assistiamo alla folla di gente che ogni sera riempie la sua maestosa villa, durante le frequenti feste, senza sapere nulla di lui. Nessuno sa chi realmente sia, da dove provenga, quali siano i suoi affari. Ma ad una festa lussuosa nessuno dice di no. Eppure, chi lo legge, poi si renderà conto che tutta quella gente farà finta di non conoscerlo nel momento del bisogno.


La voce di Nick Carraway ci racconta che il lusso non è sinonimo di felicità, che pur avendo tutto una persona può essere la più sola sulla terra.
La sua voce, ci racconta un sogno, il sogno di Jay Gatsby che ha sempre cercato di seguire il cuore da quando ha scoperto di averne uno, che ha fatto molte cose per ritrovare il proprio amore.
Un sogno che diventa concreto ma che poi svanisce.
E' un sogno  orientato da un faro verde, alla parte opposta della baia, che poi sarà destinato a spegnersi facendo perdere la rotta a chi lo seguiva.

La voce di Nick Carraway ci mostra anche il complesso ruolo della donna negli anni '20 del novecento, in cui essa è solo moglie devota, costretta ad amare in silenzio, a sopportare i possibili tradimenti del marito in silenzio.
Essa racconta, inoltre, un altro sogno. Il sogno di una donna di poter amare l'uomo che credeva essere quello della sua vita. Un sogno spezzato da due fattori: la verità e le convenzioni sociali.


Nel complesso credo che sia un libro da leggere almeno una volta nella vita, anche se ha da sempre diviso i lettori: c'è chi l'ha odiato e chi l'ha amato.
Io mi pongo al centro, è un bel libro che si deve leggere ma non lo farei rientrare nella mia classifica personale dei "capolavori" .


Voto: ⭐⭐⭐⭐.


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