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Capitan Africa: dal Continente Nero al Mondo di Arturo Buzzat e Rita Musumeci

"CAPITAN AFRICA: DAL CONTINENTE NERO AL MONDO" 


Genere: Saggio/Racconto
Sottogenere: Scienze Sociali
Editore: Dri editore
Data di pubblicazione: 1 luglio 2017 

"Capitan Africa: Dal Continente Nero al Mondo" è un libro scritto da Arturo Buzzat e Rita Musumeci, pubblicato dalla Dri Editore nel 2017. Il libro, è un misto tra un saggio ed un racconto, in cui viene rappresentata tutta la realtà africana. 
Inoltre, i diritti d'autore sono totalmente devoluti in beneficienza! 

TRAMA 

Un cooperante, per sovrintendere la costruzione di una scuola, viene inviato dalla propria O.N.G. in Burkina Faso.
Qui, circostanze casuali gli faranno incontrare un personaggio del passato, Capitan Africa, al secolo Thomas Sankara, ex presidente del Burkina Faso, persona carismatica ed amatissima dalla gente burkinabé e non solo.
Il capo operaio, che conosce sul posto di lavoro, gli espone la sua ricetta per capire questa figura così importante: "Devi farti Africa per capire l'Africa". 
Con la guida di quest’ultimo, scoprirà non solo la figura del Capitan e cosa essa abbia rappresentato per le popolazioni burkinabé, ma anche l’intimità più profonda del Continente nero.
Riuscirà ad interiorizzare l’attualità straordinaria di un messaggio che, lanciato al mondo in tempi lontani da uno dei tanti uomini dimenticati dalla storia, ci apre gli occhi sull’oggi, sull’attualità del presente.
Un presente che, se fossimo stati un po’ più attenti e coraggiosi, forse avremmo potuto vivere in maniera migliore.
L’importanza dell’acqua, il rispetto della donna, la tutela della natura, i perché di un’economia fragile e insicura, le tradizioni, gli usi e i costumi, sono solo alcuni dei temi toccati da questo volume che, se ci parla d’Africa, protagonista non dichiarata del racconto, non di meno ci parla del mondo in generale, analizzato con lucido e puntuale realismo.  

RECENSIONE

Premetto che, quando ho scelto questo libro da recensire, non ho fatto caso al suo genere ma sono rimasta particolarmente attratta dalla trama: ho sempre provato un grandissimo interesse per l'Africa: per le sue tradizioni, i suoi riti; ma non ho mai amato particolarmente i saggi. 
Devo dirvi che mi sono però ricreduta ed ho letteralmente adorato questo libro! 
Il saggio/racconto, espone in maniera chiara e scorrevole tutte quelle che sono le problematiche, ma anche gli aspetti più belli del Continente Nero;  tocca tematiche forti senza far pesare al lettore lo scorrere delle pagine perché analizza l'Africa attraverso il racconto e le esperienze del cooperante italiano e del capo operario.
E' una sorta di racconto dentro il racconto ma soprattutto è una vera e propria ricerca etnografica effettuata attraverso l'osservazione. E' una sorta di diario di bordo dell'osservatore: il cooperante italiano; in cui vi sono trascritte tutte le esperienze che ha vissuto, le interazioni tra esso ed il popolo africano ma anche tra le persone stesse della popolazione di cui vengono descritti usi, costumi e credenze. 
Sono tre le tematiche toccate che mi hanno più incuriosito ed entusiasmato:
  1. L'importanza dei riti ed il peso dato alla stregoneria nella cultura africana, raccontata attraverso l'episodio in cui la struttura della scuola era ormai stata terminata, e tutti gli operai e le loro famiglie ci si sono recati di notte per intagliarci dei simboli; 
  2. La figura della donna, lavoratrice, mamma, e moglie ma non avente nessun diritto. Grazie a questo libro, ho scoperto ( si prima non lo sapevo) che la donna in Africa viene letteralmente acquistata dal proprio marito, che ne acquista appunto sia la dote che il lavoro: le donne sono quelle che si occupano dei campi ma non possono possederli o gestirli. Inoltre, a causa della scarsità di cure, strutture ospedaliere o la presenza di professionisti non facilmente reperibili, esse sono soggette alla morte non soltanto dopo il parto ma anche durante; e la cosa peggiore è che lì è una cosa talmente naturale e all'ordine del giorno che i familiari stessi la vedono come una cosa "naturale"; 
  3. L'attaccamento alla vita, alla gioia delle piccole cose e la riconoscenza, oltre che l'accoglienza, per tutte le persone estranee alla loro "comunità", che hanno in qualche modo contribuito al miglioramento delle loro giornate. 
Di particolare interesse per me sono state anche le pagine che hanno descritto la situazione economica particolarmente pessima, in cui non ho potuto fare a meno di leggerci dei piccoli rimandi a quella italiana; ma anche, e soprattutto, la grandissima povertà in cui vivono gli africani: donne, uomini e anche bambini costretti a lavorare ( e a volte anche a vivere) nelle cosiddette cave in cui l'aria è satura di polveri e puzza di copertoni bruciati, in cui si rompono letteralmente la schiena per pochissimi spiccioli. 
Come vi dicevo, questo libro mi ha davvero preso il cuore ma anche l'anima, chi lo legge non può fare a meno di imparare qualcosa da esso. 
Ringrazio Dri editore, per avermi dato la possibilità di leggere questo libro e di imparare tanto da esso! 





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