"IL BACIO DEL MARE: IL SACRIFICIO DI CASTEL MARINA"
Genere: Narrativa contemporanea
Autrice: Maria Cristina Pizzuto
Casa editrice: Policromia
Data di pubblicazione: 12 aprile 2019
N^ pagine: 96
Prezzo:€11,40
TRAMA
È la storia di una compagnia di ragazzi che vanno a trascorrere le vacanze estive a Castel Marina, un paesino di mare. Lì Sabrina conoscerà l’amore e sarà combattuta con i fantasmi del passato e del presente, che faranno capolino interferendo con la sua vita tranquilla. Il padre di Elisabetta segnerà la linea di confine tra la sua vendetta personale, cercando un’anima simile alla sua bambina, e la possibilità per Sabrina di divenire una cosa sola con il suo Intimo, il mare, con cui ha un legame speciale. Solo il mare porterà la vera felicità a Sabrina, in un piccolo effimero bacio, dove esso toccherà il cuore della ragazza. Sabrina, con il suo sacrificio, metterà fine al tragico susseguirsi di eventi. Neanche gli amici usciranno indenni dalle inquietanti circostanze, le cui vite saranno legate per sempre.
RECENSIONE
Una scrittura che culla come una dolce melodia.
Una storia scava nel profondo ma che presenta alcuni buchi da dover essere riempiti.
Con il terzo capitolo della saga dedicata alle vicende di Castel Marina, Maria Cristina Pizzuto riconferma la scorrevolezza, l'eleganza e la musicalità della sua scrittura, che è ormai un suo carattere distintivo, e che permette ai lettori di entrare totalmente nel racconto.
La vicenda si sviluppa come un racconto dentro un racconto, da parte di nonna Erica ai suoi nipoti, cosa che ritroviamo nel primo libro.
Un comune denominatore con quest'ultimo è anche la presenza di due tipi di narrazioni.
Una cornice è narrata in prima persona da una delle nipoti; l'altra invece è in terza persona e riguarda le vicende vissute da Sabrina, la protagonista della storia.
In realtà, qui, potremmo dire che vi è anche una terza cornice narrativa perché si intervallano dei paragrafi in prima persona con i pensieri di Sabrina stessa, che ci permettono di percepirne le paure e le fragilità.
La caratterizzazione dei personaggi, principalmente della protagonista, presenta dei buchi.
Riusciamo ad entrare in empatia con lei ma non si riesce a conoscere in modo approfondito la sua persona perché le informazioni che ci vengono date sono troppo velate.
Ad esempio, si fa riferimento ad un suo passato difficile ma non ci viene spiegato nulla su di esso.
Lo stesso vale per la storia d'amore che la coinvolge.
Inizia all'improvviso e repentinamente. Nessun informazione sul ragazzo, se non il nome; sul loro incontro, se non informazioni velate; nessun dialogo "consistente".
Inoltre, ho trovato che ci fossero delle discordanze tra gli eventi raccontati nel primo libro e quest'ultimo.
Nel primo, la leggenda ed il mistero nascono proprio per il mancato ritrovamento del corpo di Elisabetta.
Qui invece viene scritto che Elisabetta è stata trovata morta tra le braccia del suo amato.
In compenso, la scrittura dell'autrice ci trascina in un vortice di emozioni che coinvolgono Sabrina e che la rendono vittima del fantasma del signor Nirak.
Riusciamo a percepire la sua sofferenza, la sua paura e cadiamo insieme a lei in uno stato di trance, o meglio li percepiamo come se fossimo in una bolla.
Un aspetto che mi è piaciuto molto è il richiamo al legame con il mare, il modo in cui esso viene descritto come un'entità viva, in grado di attirare a se chi percepisce il suo canto.
Ecco, è questo che avviene a Sabrina, viene attirata dal canto del mare.
Quest'ultimo la ammalia, la culla e la richiama a se per completare il cerchio che Elisabetta ha aperto.
Questo mi ha particolarmente commossa e allo stesso tempo mi ha portato a riflettere sulla vita e sul destino.
Allo stesso tempo però mi ha accompagna alla conclusione che mi ha lasciato tanta tristezza.
In conclusione una lettura che non mi è dispiaciuta però pecca di aspetti fondamentali in un racconto che la renderebbero davvero migliore.
Voto tecnico: ⭐⭐⭐
Voto contenuto: ⭐⭐⭐
Voto complessivo: ⭐⭐⭐
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