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Recensione: "Il guardiano degli innocenti" di Andrzej Sapkowski

  "IL GUARDIANO DEGLI INNOCENTI"       

THE WITCHER VOL. 1





Genere: Fantasy
Autore: Andrzej Sapkowski
Casa editrice: Editrice Nord
N^ pagine: 372
Prezzo: €14,90





TRAMA

Geralt è uno strigo, un individuo più forte e resistente di qualsiasi essere umano, che si guadagna da vivere uccidendo quelle creature che sgomentano anche i più audaci: demoni, orchi, elfi malvagi... Strappato alla sua famiglia quand'era soltanto un bambino, Geralt è stato sottoposto a un durissimo addestramento, durante il quale gli sono state somministrate erbe e pozioni che lo hanno mutato profondamente. Non esiste guerriero capace di batterlo e le stesse persone che lo assoldano hanno paura di lui. Lo considerano un male necessario, un mercenario da pagare per i suoi servigi e di cui sbarazzarsi il più in fretta possibile. Anche Geralt, però, ha imparato a non fidarsi degli uomini: molti di loro nascondono decisioni spietate sotto la menzogna del bene comune o diffondono ignobili superstizioni per giustificare i loro misfatti. Spesso si rivelano peggiori dei mostri ai quali lui dà la caccia. Proprio come i cavalieri che adesso sono sulle sue tracce: hanno scoperto che Geralt è gravemente ferito e non vogliono perdere l'occasione di eliminarlo una volta per tutte. Per questo lui ha chiesto asilo a Nenneke, sacerdotessa del tempio della dea Melitele e guaritrice eccezionale, nonché l'unica persona che può aiutarlo a ritrovare Yennefer, la bellissima e misteriosa maga che gli ha rubato il cuore?


RECENSIONE

Un fantasy diverso, una raccolta di racconti che, sotto gli insegnamenti del passato, riprende e ribalta ciò che abbiamo sempre visto. 


Sapkowski mi ha stupita piacevolmente, sebbene quando ho iniziato a leggere mi fossero venuti diversi dubbi.
Dubbi che nascevano dalle aspettative riposte dopo aver visto la serie tv. 

L'autore credo si sia lanciato in una sfida con questa saga fantasy, non credo sia semplice strutturare un libro del genere sotto forma di racconti, più che altro perché gli inconvenienti possono essere tanti, uno su tutti la confusione del lettore.
Invece, lui è riuscito nel suo intento egregiamente.

Con un punto di vista esterno, ed una scrittura in terza persona, viviamo le avventure di Geralt, uno strigo nomade. Gli strighi sono creature rare che hanno il compito di uccidere i mostri, e vengono pagati per farlo, e per questo molto spesso sono trattati dai diversi popoli in modo schivo, come se fossero reietti, dei mostri da utilizzare a loro convenienza.
Geralt ci accompagna in questo viaggio tra terre diverse, nelle quali si susseguono personaggi e modi di essere diversi, consentendoci di conoscere le loro culture, i loro diversi modi di vivere e svelandoci anche un po' di se stesso.

Frutto dell'essere una raccolta di racconti, la storia ci risulterà come un viaggio, nel quale però non sarà tanto importante la meta quanto ciò che viene vissuto nel percorso.
Questa avventura ci sembrerà da subito suddivisa in due piani temporali.
Il primo composto da avventure che non seguono un ordine cronologico, in cui viviamo i vari spostamenti del protagonista e le sue avventure, con luoghi e personaggi sempre diversi.
Il secondo, intervallato al primo, in cui viviamo lo stesso luogo e gli stessi personaggi e che seguono invece un ordine cronologico. 

La world-building, aspetto che per un fantasy è essenziale, non è molto precisa. Si viene catapultati in questo mondo senza avere delle informazioni su esso, si può immaginare ma non viene esplicitamente detto nulla. 
Implicitamente, infatti, è il modo in cui l'autore comunica senza mai lasciar trapelare troppo, aiutato sicuramente dalla forma narrativa con la quale ha impostato la storia. 

Anche dei personaggi, infatti, viene detto poco. Geralt, sullo specifico,  ci risulta impenetrabile ma con un grande carico di cose da raccontare. E' molto difficile riuscire ad immedesimarsi in lui perché non si ha la certezza di cosa lui provi, di cosa lui possa pensare. Si può immaginare ma non si ha la certezza. L'unica cosa che appare certa è che lui è molto diverso da ciò che appare e da ciò che gli viene imposto per natura di fare. Si percepisce che il suo vero scopo non è tanto quello di uccidere mostri ma quello di riempire un grosso vuoto che ha dentro. 

Ed è proprio con l'essere una raccolta di racconti che vengono tappati i buchi che possiamo riscontrare in un primo momento nella narrazione, per esempio quelli della world-building. 
Mostrandoci ogni luogo percorso da Geralt, ci confrontiamo anche con i popoli che li abitano, conoscendone temperamenti, culture e modi di vivere. In questo modo riusciamo ad immaginare il contesto nel quale Sapkowski ha deciso di ambientare la sua storia e di entrare totalmente nella narrazione. 

L'abilità dell'autore non si percepisce subito ma andando aventi con la lettura. In un primo momento sicuramente confonde, forse delude anche ma, man mano che le pagine scorrono, viene voglia di togliersi il cappello davanti a ciò che è riuscito a mettere in pratica. 

Ciò viene confermato anche nell'abbattimento che si noterà di molti stereotipi legati al genere fantasy, soprattutto alle creature che compongono l'universo fantastico.
Siamo sempre stati abituati a confrontarci con popoli descritti come benevoli, alla ricerca della pace, come gli elfi, ad esempio; e tendezialmente sono gli umani ad essere descritti come i cattivi di turno, come gli orchi, i goblin e tutti gli altri esseri considerati "mostri".
Qui l'autore ribalta proprio la medaglia, mostrandoci quegli stessi popoli considerati superiori sotto un altro punto di vista: avidi, assetati di vendetta e particolarmente ostili nei confronti delle altre razze, specialmente con quella umana; mentre sono i mostri quelli descritti e mostrati nel loro essere invece profondamente sensibili, empatici e aperti allo scambio con gli altri. 

Insomma, ci mostra una storia raccontata da un altro punto di vista e questo lo fa anche richiamando nelle varie avventure del protagonista le fiabe più famose, come La Bella e la Bestia e Biancaneve, ribaltando totalmente la prospettiva della storia. 

Lo consiglio? Assolutamente sì anche se ho una gran voglia di scoprire di più grazie agli altri libri, perché qui c'è molto di non detto.




Voto tecnico:⭐⭐⭐⭐⭐
Voto contenuto:⭐⭐⭐⭐

Voto complessivo:⭐⭐⭐⭐ e mezza



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