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Recensione: "La Guerra dei papaveri" di R.F. Kuang


Salve a tutti, cari lettori. 
Oggi voglio parlarvi di un'altra lettura in anteprima targata Oscar Mondadori Vault che vi farà letteralmente immergere tra le fiamme!
Di che libro si tratta?
Del primo volume della trilogia di R.F. Kuang, "La guerra dei papaveri". 

Un libro che ho adorato, che ho odiato e che ho assaporato in tutte le sue 500 pagine!





Autore: Rebecca F. Kuang
Genere: Fantasy
Casa editrice: Oscar Mondadori Vault
Data di pubblicazione: 13 ottobre 2020
N^ pagine: 516
Prezzo: €22,00










TRAMA

Rin ha passato a pieni voti il kējǔ, il difficile esame con cui in tutto l’Impero vengono selezionati i giovani più talentuosi che andranno a studiare all’Accademia. Ed è stata una sorpresa per tutti: per i censori, increduli che un’orfana di guerra della provincia di  potesse superarlo senza imbrogliare; per i genitori affidatari di Rin, che pensavano di poterla finalmente dare in sposa e finanziare così la loro impresa criminale; e per la stessa Rin, finalmente libera da una vita di schiavitù e disperazione. Il fatto che sia entrata alla Sinegard – la scuola militare più esclusiva del Nikan – è stato ancora più sorprendente.

Ma le sorprese non sono sempre buone.

Perché essere una contadina del Sud dalla pelle scura non è una cosa facile alla Sinegard. Presa subito di mira dai compagni, tutti provenienti dalle famiglie più in vista del Paese, Rin scopre di avere un dono letale: l’antica e semileggendaria arte sciamanica.

Man mano che indaga le proprie facoltà, grazie a un insegnante apparentemente folle e all’uso dei papaveri da oppio, Rin si rende conto che le divinità credute defunte da tempo sono invece più vive che mai, e che imparare a dominare il suo potere può significare molto più che non sopravvivere a scuola: è forse l’unico modo per salvare la sua gente, minacciata dalla Federazione di Mugen, che la sta spingendo verso il baratro di una Terza guerra dei papaveri.

Il prezzo da pagare, però, potrebbe essere davvero troppo alto.

RECENSIONE

Un libro che ti strega, ti affascina, ti ammalia.Un libro che ti agita, ti inorridisce, ti fa provare odio. Un libro che si fa amare ma che si fa anche odiare.

"La guerra dei papaveri" è il primo volume della trilogia di Rebecca F. Kuang. E' un fantasy che io definirei per adulti perché i contenuti trattati, ed il modo in cui lo sono, sono abbastanza forti, macabri, crudi e molto espliciti. Esso è scritto in terza persona, il narratore è esterno alla vicenda, e lo stile di scrittura dell'autrice è molto scorrevole e semplice ma molto molto dettagliato, per cui molto spesso la narrazione si fa un po' lenta. 

Inoltre, noteremo subito che la narrazione si sviluppa su due step, cambia nel corso della storia: all'inizio avremo di fronte una narrazione lenta, dettagliata ed incentrata sull'aspetto storico/geografico della storia, su usi e costumi e su tutto ciò che riguarda le leggende; successivamente si farà più serrata e incalzante.

La storia è ambientata nel Nikan, una nazione caratterizzata da un passato turbolento e da un presente che se ne trascina gli strascichi: divari sociali e culturali, pregiudizi, odio e sete di vendetta. Questa  è descritta nei minimi particolari, sia dal punto di vista territoriale che dal punto di vista storico, infatti in alcuni punti la narrazione si fa parecchio lenta e allo stesso tempo affascinante. Il fascino delle leggende e della cultura cinese ammalia chi legge, soprattutto a chi, come me, ne è sempre stato affascinato e ciò mischiato alla misticità di cui la storia è piena fa di questo libro una vera calamita per chi lo legge. 

Come vi dicevo, definirei questo libro un fantasy per adulti perché va a toccare, nel corso della narrazione, diverse tematiche abbastanza forti come la tossicodipendenza, che sta quasi alla base di questa storia; la guerra e tutto ciò che di più terribile la riguarda come: crudeltà, violenza fisica e psicologica, inumanità, quella più totale; ma anche la memoria. Quest'ultima è toccata in modo implicito ma ha una certa rilevanza, infatti l'autrice priva di essa alcuni personaggi per mostrarci come il nostro inconscio tenda a voler nascondere ciò che ci causa dolore. L'aspetto interessante è che, in questa storia che Rebecca Kuang ha voluto raccontarci, spiritualità e mondo terreno quasi coincidono: oscilliamo insieme ai protagonisti tra il mondo degli Dei e quello degli umani, tanto da sentirci noi stessi in un limbo. 

Non aspettatevi una storia d'amore, anche se il dubbio vi verrà più volte. Qui c'è un amore che non ha nulla a che fare con il romanticismo, un amore fatto di rispetto, di lealtà e di desiderio contrastato. Fatto di fuoco e fiamme, di dolore. 

Non mancano i colpi di scena, anzi l'intero libro è un colpo di scena; i lettori si sentiranno più volte sviati, confusi e in presa all'ansia. 

Si sentiranno anche arrabbiati perché ogni singolo tormento dei personaggi diventerà il proprio, e spesso odierà questi ultimi per il cambiamento che maturano durante la narrazione. 

La protagonista, Rin, la si ama e la si odia con una facilità incredibile. All'inizio si hanno tante aspettative su di lei, sembra coraggiosa, una vera eroina pronta ad emergere. Nel corso della narrazione va a perdere: passa dall'essere un peso all'essere un mostro. Sì, lei è quella che più mi ha deluso quasi da influenzare l'intera lettura. 

In merito alla conclusione, lascia un po' l'amaro in bocca per come si è evoluta la storia. Terminandolo ho perso la curiosità di sapere cosa accade nel libro successivo. 

Ora, a distanza di giorni, mi ritrovo a volerlo sapere. 

Voto tecnico: ★★★★★

Voto contenuto:★★★★

Voto complessivo: ★★★★ e mezzo 

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