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Recensione: "Le notti di Salem" di Stephen King


LIBRI DA BRIVIDO

Halloween e Stephen King


 Halloween è alle porte ed io, da buona amante dei libri horror/gotici, ho scelto come lettura un altro libro di uno dei miei autori preferiti: "Le notti di Salem" di Stephen King.

Si tratta del secondo libro pubblicato dall'autore nel 1975, con la casa editrice Doubleday. 
L'edizione in mio possesso è quella illustrata della Sperling & Kupfer, la quale riprende quella pubblicata nel 2005 in edizione limitata della Centipede Press, in cui sono presenti delle fotografie in bianco e nero di Jerry Uelsmann, due racconti pubblicati nel 1978: "Jerusalem's Lot" e "Il bicchiere della staffa"; e alcune pagine cancellate dalla pubblicazione originale. 








Autore: Stephen King
Genere: Horror
Casa editrice: Sperling & Kupfer
Data di pubblicazione: 2013
N^ pagine: 672
Prezzo di copertina: €12,90











TRAMA

Una casa abbandonata, un paesino sperduto, vampiri assetati di sangue. Quando il giovane Stephen King decise di trapiantare Bram Stoker nel New England sapeva che la sua idea, nonostante le apparenze, era buona, ma forse neanche la sua fervida immaginazione avrebbe saputo dire quanto. Era il 1975 e, da allora, il racconto dell'avvento del Male a Jerusalem's Lot, meglio conosciuta come 'Salem's Lot, non ha mai cessato di terrorizzare milioni di lettori, consacrando il suo autore come maestro dell'horror. Protagonista della storia è Ben Mears, uno scrittore che torna ai luoghi della sua infanzia – la buona, vecchia provincia americana – per esorcizzare una terribile esperienza avuta da ragazzino a Casa Marsten, il tetro e minaccioso edificio che domina il villaggio. Ora la spettrale dimora l'accoglie a occhi aperti, o meglio, a finestre illuminate. Ma chi è il sedicente signor Barlow, il nuovo proprietario? Perché la sua presenza è percepibile solo dopo il tramonto? E che cosa sta succedendo ai pacifici abitanti del Lot? Un geniale connubio tra orrore soprannaturale e quotidianità, un omaggio alle nostre paure più profonde, sconfinate e irrazionali e, come i mostri sotto il letto, così improbabili ma così... reali.



RECENSIONE

Atmosfere oscure e  macabre.
Tanti richiami al "Dracula" di Stoker.
Un libro che mette i brividi con i suoi mostri d'invenzione ma che fa riflettere su quelli della vita reale. 


"Le notti di Salem" è un libro scritto in terza persona, in cui il narratore è esterno. La scrittura dell'autore è molto scorrevole, anzi mi sembra più scorrevole rispetto ai suoi romanzi successivi, seppur molto dettagliata. Cè una prefazione all'inizio che risulta un po' lenta ma superato questo "scoglio" la storia scorre abbastanza velocemente ed è davvero molto coinvolgente. 

Gli scenari e le ambientazioni descritte  sono carichi di un'aura  di tensione, malvagità ed angoscia che  va poi a confluire su un elemento principale di questo libro, tanto da ritenerlo un co-protagonista: Casa Marsten.
Infatti, non è tanto la storia che fa paura, anzi non ne fa molta; è il modo in cui sono descritti luoghi e atmosfere a far venire i brividi. 

Come tutti i libri di King, anche questo lo definirei un trattato sociologico: ad alcuni il suo stile sembrerà molto lento, per la minuzia dedicata ai dettagli e agli scenari quotidiani dei personaggi presenti, che qui sono davvero tanti; ma in realtà questo è una delle cose che rende, a mio parere, King uno degli scrittori migliori al mondo. 
Ci mostra tutti i vizi, i difetti e le caratteristiche di ogni persona, dal ceto più alto a quello più basso. Qui, sullo specifico, anche della chiesa, della quale mostra le debolezze ma anche l'importanza del credere. Al contrario di ciò che si potrebbe pensare, infatti, che in questo libro sia presente una grossa fetta di religiosità profonda: attraverso i personaggi, ci viene mostrato che i propri mostri e quelli della fantasia, da lui creati, possono essere combattuti con la religione e soprattutto credendo fortemente. 
Ci mostra il male celato all'interno di ogni uomo, donna e bambino per poi "metterlo di fianco" ai mostri della sua fantasia. 

Come dicevo, ci sono tantissimi personaggi ma quelli che spiccano all'interno della storia sono 6. 
Ben Mears, il protagonista, è uno scrittore che ritorna nella cittadina di Salem's Lot per scrivere il suo libro. E' un personaggio che non spicca più di tanto e che non sono riuscita ad inquadrare come avrei voluto. 
Susan è una ragazza del posto, la quale riesce a catturare l'attenzione del protagonista. E' un personaggio che non ho amato molto. Dai dialoghi sembra quasi una bambina ma ammetto che è un buon esempio per mostrare gli squilibri in ambito familiare tra madre e figlia; oltre che del rimanere imprigionati in quel luogo. 
Matt è il mio personaggi preferito. Un professore d'inglese che però mostra subito di saperla lunga, tanto da diventare lo stratega del gruppetto che si verrà a creare. 
Mark, lui l'ho adorato anche. E' un bambino molto sveglio che dimostrerà da subito il suo coraggio e il suo essere diverso. Paradossalmente è il personaggio meno realistico di tutti. 
 Il signor Straker è un personaggio molto inquietante, è un asservito. Forse è quello che più mette paura in tutta la storia. 
Ed, infine, Barlow. Ammetto che è un personaggio abbastanza strambo, è il vero antagonista ma a me personalmente non ha fatto per niente paura. 

Caratteristica comune di tutti loro? Sembrare contemporaneamente buttati lì e parte di un tutto, senza i quali però non avrebbe senso. 


A causa, credo, della molteplicità dei personaggi, ci sono parecchie storie lasciate in sospeso e questo è un peccato perché ci sono parecchi buchi all'interno della narrazione
Buchi però che vengono riempiti dalla pagine cancellate dalla pubblicazione, che ho trovato alla fine del libro. 
Pagine che non sono l'avrebbero reso più completo ma molto, molto più macabro e terrificante. 

In conclusione, l'ho amato, è inutile che vi dica il contrario, e credo anche che sia davvero un signor libro però secondo me poteva essere molto, molto di più!


Voto tecnico: ★★★★
Voto contenuto: ★★★★


Voto complessivo: ★★★★





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